Il DVB-T2 è un’estensione dello standard di trasmissione televisiva digitale DVB-T, quello che attualmente utilizziamo per ricevere il segnale dei programmi TV in chiaro. Il nuovo formato, secondo una direttiva della Commissione europea, dovrà essere accolto da tutti i Paesi dell’Unione entro il 2020, con una possibile proroga al 30 giugno del 2022 dove dovremo dire addio per sempre all’attuale sistema di digitale terrestre.
Il motivo ? Presto detto : Il passaggio allo standard DVB-T2 libera le frequenze cosiddette nobili, della «banda 700», ossia quelle comprese tra i 694 e i 790 MHz, assegnandole alle telecomunicazioni mobili 4G e 5G . Le frequenze sulla banda 700 penetrano all’interno degli immobili e superano gli ostacoli con molta più facilità di quelle con lunghezze d’onda più corte. Queste garantiscono una migliore navigazione Internet per i dispositivi mobili, che rappresentano un mercato in costante espansione .
IL PASSAGGIO AL DVB-T2
La Commissione europea chiede un piano strategico entro la metà del 2017, per liberare la banda 700 nel 2020, al fine di evitare problemi ai confini nazionali dove le frequenze si sovrappongono.
Oltre a fare spazio alla navigazione per smartphone e tablet, la nuova versione del digitale terrestre DVB-T2 assicura un aumento della qualità visiva e sonora, e più contenuti ad alta definizione. In Italia, inoltre, il passaggio al nuovo standard avverrà congiuntamente all’adozione del codec HEVC (High Efficiency Video Coding), più efficiente dell’attuale MPEG2/MPEG4. Il codec è quel sistema che permette una compressione dei dati mantenendo inalterata la qualità: il HEVC supporta l’ultra definizione delle immagini (fino a 8192×4320 pixel).
In Francia, ad esempio, si è deciso di liberare la banda 700 mantenendo il DVB-T, ma passando dal codec MPEG2 al MPEG4, che assicura un risparmio di banda del 40%. La Germania, invece, si muoverà come l’Italia, ma completerà il passaggio al DVB-T2 con codec HEVC entro il 2019. Secondo le emittenti, è proprio l’adozione del codec HEVC a dare senso al passaggio al DVB-T2. Grazie al HEVC, infatti, i broadcaster risparmieranno sulla trasmissione dati, senza perdere qualità audio e video. Il risparmio sulla trasmissione significa possibilità di aumentare il numero di canali, e di offrire al pubblico contenuti a elevatissima risoluzione.
Dunque, nel 2020 (o al più tardi nel 2022) avverrà il cosiddetto switch-off , ossia le trasmissioni in DVB-T verranno interrotte in favore di quelle DVB-T2. È possibile che alcuni broadcaster, da qui al 2020, comincino a spostare alcuni canali sul DVB-T2: Rai e Mediaset, però, hanno confermato che non effettueranno il passaggio dei loro canali principali fino al giorno che verrà deciso in Camera e Senato per lo switch-off definitivo.
COME SCEGLIERE LA TV A PROVA DI FUTURO
Quando il DVB-T2 sarà realtà, se non avrete ancora cambiato TV, basterà acquistare un decoder, un po’ come avvenne per il passaggio da analogico a digitale qualche anno fa.
Con un acquisto sbadato, si rischia di portare a casa una TV che tra qualche settimana sarà già obsoleta.
Non guardiamo soltanto il prezzo e l’offerta vantaggiosa: rischieremmo di spendere il doppio dopo poco tempo. Se acquistiamo una TV sul finire di questo 2016, accertiamoci che supporti già lo standard DVB-T2, e il più recente codec H265/HEVC (facilmente verificabile da una targhetta posta sui televisori nei negozi).
Se poi si vuole investire in un televisore che sia davvero a prova di futuro, allora è bene, ad esempio, che la TV sia in 4K, con il supporto delle codifiche HDR, sia HDR10 sia Dolby Vision. Importante che l’apparecchio sia in grado di decodificare i flussi a 50 fotogrammi progressivi al secondo: molti televisori a norma di legge dal 1° gennaio 2017, ad esempio, non vanno oltre i 30 fotogrammi. Porre attenzione a questi dettagli, permetterà di avere una TV decisamente performante sia con i canali in chiaro, sia con quelli satellitari e via internet, per molti anni a venire.