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Municipio I dove la storia e la tradizione si uniscono alla modernità
Considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, il I municipio comprende i quartieri centrali della città e tutto il centro storico tra le mura Aureliane e Gianicolensi. In questa zona è racchiusa gran parte della storia della capitale italiana e della Roma antica - i famosi sette colli di Roma sono all'interno di questo municipio - nonché dello Stato della Città del Vaticano. All'interno del primo municipio sono compresi anche i rioni di Roma, ossia le regioni in cui era suddivisa inizialmente la città (i primi municipi), voluti inizialmente da Servio Tullio nel VI secolo a.C. e più volte modificati fino agli anni venti, quando diventarono definitivamente 22. Ogni rione ha qualcosa da raccontare: dalle lotte gladiatorie del Colosseo a rione Monti (I Rione), alle opere spettacolari del periodo rinascimentale del rione Trevi (II Rione), fino alle corse del Circo Massimo a San Saba (XXI Rione) o all'evoluzione urbanistica del quartiere Prati (XXII Rione) della fine del novecento. Impossibile elencare gli oltre 25 mila punti di interesse ambientale e archeologico o tutti i 103 musei presenti, tra i quali spiccano il Complesso del Vittoriano, i Musei Capitolini, le Scuderie del Quirinale e il Palazzo delle Esposizioni. La storia raccolta in questo municipio ha favorito la vocazione turistica di quest'area nella quale si sono sviluppate buona parte delle strutture di ricezione turistica della città. Per la presenza delle sedi istituzionali, si concentrano in questa zona anche la maggior parte delle attività legate alla vita politica e amministrativa.
L’arte moderna di Basquiat: l’astrattismo e figurativismo neoespressionista in scena a Roma
Al Chiostro del Bramante (via Arco della Pace, 5), uno dei più importanti musei internazionali, è in scena fino al 2 Luglio una mostra dedicata a Jean-Michel Basquiat, figura iconica e controversa della cultura newyorkese degli anni Ottanta. Si tratta di una mostra davvero imponente, con l’esposizione di più di cento opere. Una delle raccolte di arte contemporanea più grande di sempre, tra olii, disegni, acrilici, serigrafie e ceramiche. Tra i lavori presenti anche alcune collaborazioni con Andy Warhol. Tutte le opere sono state prodotte da Basquiat tra il 1981 e il 1987, un arco temporale che descrive completamente la parabola artistica e sentimentale dell’artista newyorkese, figura di spicco dell’arte contemporanea mondiale, grazie al suo linguaggio artistico particolare e originale.
La sua arte è, da sempre una denuncia sociale, sinonimo di protesta e di forte critica alla repressione e al razzismo. Orgoglioso delle sue origini afro-americane, Basquiat, ricorda sempre nelle sue opere le sue origini e i suoi mezzi espressivi saranno di esempio per gli artisti di colore che lo seguiranno. Le sue opere trovano ispirazione dall’arte antica greca, romana e africana, ma non mancano fonti moderne e diverse, come la musica o l’influenza di amici particolari come Andy Warhol e Keith Haring.
La mostra è promossa dall’assessorato alla crescita culturale – sovraintendenza capitolina ai beni culturali – ed è prodotta e organizzata da DART Chiostro del Bramante e Gruppo Arthemisia in collaborazione con la Mugrabi Collection ed è curata da Gianni Mercurio.
Gli anni ’50 e ’60 negli scatti di Vivian Maier
Se all’arte moderna preferite la fotografia, fino al 18 giugno 2017 è possibile ammirare i capolavori fotografici dell’artista statunitense Vivian Maier al Museo di Roma In Trastevere in Piazza Sant’Egidio 1B.
L’esposizione comprende 120 fotografie, tutte in bianco e nero raffiguranti momenti della vita di tutti i giorni della New York e della Chicago degli anni Cinquanta e Sessanta.
Maier, diventata fotografa per passione, riesce a trasmettere attraverso i suoi scatti la realtà delle piccole cose, immortalando la semplicità dei gesti e le piccole imperfezioni delle persone, come le smorfie di un bambino o le rughe di espressione di un anziano, riempiendo ogni foto di un’incredibile sensibilità, che riescono a inquadrare la foto nel contesto cittadino ma allo stesso modo isolandola dai rumori e dalle luci delle città statunitensi.
Le sue opere non sono mai state esposte mentre era in vita, fatto che le rende ancor più particolare questa mostra intitolata “Vivian Maier. Una fotografa ritrovata”, in cui viene mostrato al pubblico ciò che lei non ha mai voluto mostrare.