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Paolo, dalle radioline del dopoguerra all’imprenditoria nell’era digitale
L’imprenditore Paolo Novelli a capo di Radionovelli |
Paolo Novelli può rispondere a molte domande: come si fa a passare dalle radioline vendute dal papà nel dopoguerra al digitale? Come si fa a investire per ingrandire un negozio - seppure storico e nei pressi dei Parioli a Roma - senza rimanere schiacciati dalla concorrenza delle catene in stile MediaWorld? C’è ancora spazio per il grande spirito imprenditoriale che ha fatto dell’Italia (buona) quello che è, in un mondo «piatto» dove tutto ciò che fa rima con tecnologia o digitale sembra governato dagli over the top, cioè i nuovi grandi gruppi dai tentacoli monopolistici? Paolo si è fatto queste domande (che sarebbe già molto). Ma si è anche dato le risposte. O, meglio, la risposta: per fare tutte queste cose basta non fare quello che fanno tutti gli altri: dimenticarsi del cliente. «Le persone che acquistano uno smartphone da noi - mi racconta Paolo, incontrato casualmente sull’Eurostar Roma-Milano - ricevono degli sms quando la batteria sta per cedere e deve essere cambiata per esempio». Un’invasione di campo antipatica? «Abbiamo una percentuale di ritorno dei clienti molto alta, noi stiamo molto attenti a non disturbare. Lo facciamo solo quando offriamo effettivamente un servizio al cliente». Teoricamente, racconta Paolo, si può fare anche per uno spazzolino. «È solo questione di attenzione». La differenza la fa l’atteggiamento per il cliente: «Le grandi catene puntano sui grandi numeri, non è importante per loro che tu ritorni. Per me sì». Radionovelli forse non dice molto a chi non è della Capitale, ma è un marchio noto ai romani. Da qui venivano vendute le prime lavatrici, mostri tecnologici all’epoca. Ma oggi la concorrenza con i paradisi del low cost richiede altro. «Tecnologia che non si trova altrove. Ambienti accoglienti e competenza. Anche se continuiamo a vendere molte radio». La storia non si tradisce mai.
FONTE: [CORRIERE DELLA SERA.IT]